Malfa - Capo Gramignazzi

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Capo Gramignazzi

 

isola-salina-capo-gramignazziDopo aver lasciato il territorio appartenente al Comune di S. Marina si incontra il ridente paesino di Capo Gramignazzi, una delle due frazioni del comune di Malfa.

Un tempo chiamato Capo dei Fichi, è formato da due zone distinte, Capo e Gramignazzi, riportate separate anche in alcuni censimenti risalenti agli inizi del XX secolo.

Questo è probabilmente il paese in cui vi è il maggior numero di chiese votive (ed un tempo ne esistevano molte altre, oggi scomparse nel nulla), anche se ormai la maggior parte di esse sono tecnicamente definite "sconsacrate". Oltre alla chiesa ufficiale dedicata a Sant'Anna (patrona di Capo), accanto alla quale si trova una croce votiva dei Padri Passionisti, ve ne sono altre più antiche. Una di queste, sempre dedicata a Sant'Anna, risale al XVIII secolo ed è stata adibita a cimitero fino a tempi relativamente recenti (il primo oratorio dedicato alla santa dovrebbe risalire al 1605). Come è stato già detto ce ne sono altre, le quali sono dedicate alla Vergine Maria e ancora una cappella nell'ottocento conosciuta come Cappella di Vasquez, dedicata sempre a Sant'Anna (a testimonianza di un culto e di una fede molto forti); fa eccezione la chiesa di San Pietro (anch'essa settecentesca), che dà il nome alla contrada omonima di Capo. Questa un tempo era la chiesa dei pescatori, infatti essa si erge sulla cima di una suggestiva strada in pietra che una volta conduceva i pescatori stessi su una spiaggetta dove costruirono dei magazzini, scavandoli nel tufo. La spettacolarità di questa strada non è seconda a quelle di origini pre-colombiane. La strada si snoda quasi nell'aria, portando il fortunato visitatore sempre più in basso, in un grande vallone dove primeggia una natura lussureggiante e un Tempo che sembra essersi fermato. Alla fine del percorso si giunge alla suddetta spiaggia e agli antichi magazzini, dove un tempo venivano stipati i barili di Malvasia. Regna sovrana un'atmosfera di mistero e di inquietudine ma, una volta risaliti, nel proprio cuore c'è solo la certezza che presto si ritornerà in quel posto per rivivere sensazioni arcane ormai perdute. Tutte le chiese sono vincolate come beni etno-antropologici.

A Capo si può ammirare La Torricella Grande, uno scoglio molto alto che è in realtà la lava interna di un vulcano. Il cono esterno si è sgretolato tantissimo tempo fa ed è rimasto il magma solidificato. Poi c'è anche La Torricella Piccola, uno scoglio più piccolo che si trova lì vicino. Inoltre da Capo passa l'antica strada Malfa-S. Marina. Poi, nella zona di Capo faro, si trovano molti vigneti, dai quali si ricava dell'ottimo vino e della Malvasia.

Il 4 luglio, nella piazza patronale, viene ogni anno organizzata "La sagra del Dolce". Ogni famiglia porta dei dolci tipici della tradizione eoliana ed i produttori di vino e Malvasia fanno degustare gratuitamente i loro prodotti.



 
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