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Il Comune di Malfa, nel suo complesso, può vantare tanti piccoli produttori locali che si sforzano di mantenere tra tanti sacrifici la genuinità dei vari prodotti, andando così a contrastare l'indiscriminata produzione industriale che altro non ha fatto che snaturarne la natura. Allo stesso tempo, sono numerose le strutture turistiche ed alberghiere.
Quando ci si affaccia sul mare si osserva che tutta la costa, la quale si estende da Capo a Pollara, forma una specie di immenso anfiteatro scolpito nella pietra. A Malfa c'è un piccolo porticciolo di pescatori, nella zona denominata Scalo Galera. Una volta questo porto era più grande, ma venne violentemente distrutto dalla terribile mareggiata che si scatenò nella notte tra il '79 e l' '80. Oggi c'è il progetto di ri-ampliare il tutto, comunque nel pieno rispetto dell'ambiente circostante. Non essendoci un porto commerciale Malfa ha il vantaggio di avere, assieme alle sue due frazioni, probabilmente il mare più pulito dell'isola. Sempre nella zona di Scalo Galera, si possono ammirare delle antiche case e dei magazzini; questo curioso agglomerato racchiude dentro di sé tante stradine con caratteristici scalini eoliani. Nella zona denominata "Scario" c'è una grande spiaggia composta da sassi. Per giungervi bisogna percorrere una bellissima strada, anch'essa in pietra, dalla quale si può ammirare il mare e buona parte della costa malfitana. Già da questa spiaggia si capisce che Malfa non è un posto per tutti. Questo è un luogo per chi ama veramente la natura, la tranquillità, la meditazione e, per far ciò, è disposto a mettere in secondo piano le comodità. Una sorta di perla grezza insomma, che aumenta di valore se tenuta tra le mani da chi la sa apprezzare realmente.
Nella spiaggia appena citata, inoltre, si possono osservare le mura degli antichi magazzini dei pescatori di Malfa. Su di essi è stato messo un vincolo paesaggistico e già si fanno molti progetti per il futuro. Ad esempio c'è chi ne vorrebbe fare un museo marino. La loro importanza storica per il paese è presto detta: un tempo, quando la spiaggia era formata da sabbia fina, qui venivano tirati i velieri di chi commerciava con Napoli e altri posti della costa campana. In questi posti si portavano capperi, vino, malvasia e, per un certo periodo (prima metà dell' '800), corallo verso Torre del Greco. In cambio la gente di Malfa otteneva prodotti come la pasta oppure come la calce. Quest'ultimo risultava essere un carico molto rischioso, in quanto la calce se bagnata diventa infiammabile.
Proprio da uno di questi viaggi nacque la tradizione della festa di San Giuseppe, che il popolo di Malfa festeggia gloriosamente ogni 19 marzo. Nel lontano 1.835 un veliero si ritrovò in un fortunale e i componenti dell'equipaggio fecero giuramento, proprio a San Giuseppe, che se fossero tornati a casa sani e salvi avrebbero offerto ciò che avevano a bordo ai poveri. E così fu. Una storia che si conclude con un lieto fine dunque e che da allora viene costantemente perpetuata. Ogni anno la gente del posto prepara delle pietanze e dei dolci tipici, i quali vengono disposti su una grande tavola e poi distribuiti tra la gente. A questa tavola siedono dei paesani che rappresentano la sacra famiglia, vestiti con costumi dell'antica Palestina. Questi sono gli elementi salienti della "Tavolata di san Giuseppe", un avvenimento che ogni anno attira tanti turisti.